Il Salento lotta contro la TAP Un’opera dannosa che mette a rischio salute e crescita turistica

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Il più anziano Salvatore Marullo ha 92 anni, il più piccolo Lorenzo un anno e mezzo. Sono arrivati stamattina in bicicletta: famiglie,anziani, bambini con le tovaglie per il pick nick per ribadire che un territorio così bello si presta solo a cose belle. Tutti uniti digenerazione in generazione contro il gasdotto progettato dalla Tap in una delle zone più belle d’Italia e del mondo: San Foca, marine di Melendugno.Ma le biciclette e l’allegria delle famiglie, i giochi e le bolle di sapone stridono con quegli alberi di ulivo dalle chiome, ridotte a scheletri, imbustate di bianco per l’espianto e per lasciar passare il gasdotto.

Arrivano i sindaci, che si stringono intorno al sindaco di Melendugno, Marco Potì, per sottolineare che il no del Comune di Melendugno è anche il no di tutto il  Salento.I ragazzi del presidio notap dormono in tenda vicino agli ulivi e stanno lì notte e giorno, da quattro giorni “nella campagna che ci è stata data da due coniugi anziani i quali non sono ricattabili”. Il titolare del lido San Basilio, sulla spiaggia dove dovrebbe approdare il gasdotto, Alfredo Fasiello si è inginocchiato davanti ai Tir per bloccare l’espianto degli ulivi: scene già viste in Cina quando gli studenti disarmati bloccarono con il loro corpo indifesi i carri armati. E nella prima giornata di manifestazioni con la tensione alle stelle i carabinieri hanno caricato i manifestanti: i figli dei contadini contro i figli dei contadini come ha già scritto Pierpaolo Pasolini! Marine di Melendugno, terza meta del turismo in Puglia per  il vertiginoso aumento dei flussi turistici: 700mila euro incassati dal Comune solo di tassa di soggiorno all’anno con centinaia di imprese del turismo che vedono di anno in anno crescere il proprio fatturato e le prenotazioni: tante tasse in più per l’Europa Unita! A pochi metri da dove dovrebbe sorgere il gasdotto, a Sud c’è la Grotta della Poesia, che nel cuore di un antico sito archeologico è secondo il National Geografich è tra le dieci piscine naturali più belle al mondo, divenuto anche il caso più studiato da google perché ha visto nello stesso periodo e in contemporanea  l’arrivo di turisti provenienti da 90 Nazioni diverse, tutti per ammirare la bellezza del mare e il fascino del sito.

A Nord si trova l’oasi naturale delle Cesine, una delle prime riserve volute con un trattato internazionale a Ramsar in Turchia nel 1979! Uccelli migratori, pantani, spiagge mozzafiato, boschi: la fotografia del Salento rimasto ancora intatto e selvaggio. E siamo nel Comune confinante, Vernole. Oggi è in atto una snervante guerra fatta di carte bollate e autorizzazioni che potrebbe essere superata dal buon senso. Se proprio questo gasdotto s’ha da fare, il governatore Emiliano non vuole San Foca, ma indica l’approdo di Cerano, una zona già purtroppo industrializzata, che avrebbe il doppio vantaggio di non stravolgere un sito naturale di interesse mondiale e di alimentare la centrale Enel non più con il carbone (inquinante e dannoso per la salute), ma con il gas.

Il governo dice: troppe autorizzazioni, non facciamo in tempo. Intanto l’interesse dei pochi mette a rischio la salute e l’interesse dei molti: quello di vivere con la bellezza e grazie alla bellezza della propria terra l’ITALIA, una politica tanto sventolata dal governo Renzi e ripresa anche oggi dal governo Gentiloni. Ma che forse potrebbe valere solo se un pazzo decidesse di sventrare il Colosseo per un gasdotto raccontandoci la barzelletta che tutto resterebbe invariato. FORSE.

La Puglia ha già avuto la sua lezione: l’Ilva insegna che neppure migliaia di posti di lavoro giustificano la devastazione dell’ambiente e le centinaia di morti per tumore!