Viaggio nel Salento dove l'Oriente incontra l'Occidente

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Viaggio nel Salento, dove l’Oriente incontra l’Occidente per ascoltare le storie degli uomini, sentir parlare la lingua grika negli undici paesi della Grecìa Salentina e scoprire le bellezze architettoniche, che tra ricami di pietra e affreschi rivelano l’incredibile intreccio di culture che giungevano dal mare. Il tutto condito dall’ottima gastronomia locale, fatta soprattutto di verdure e buon vino. Il viaggio è stato sperimentato con successo nel week end lungo tra il 16 eil 20 ottobre da un gruppo di giornalisti e tour operator nazionali e internazionali, che hanno aderito all’Educational organizzato dal Comune di Martano in collaborazione con la rivista Spiagge (www.mediterraneantourism.it), diretta da Carmen Mancarella. Utilizzati fondi europei grazie al Bando Ospitalità, aperto dalla Regione Puglia, assessorato al turismo. In campo le strutture ricettive adatte a tutti i gusti e per tutte le tasche: il bio resort Naturalis www.naturalisbioresort.com l’hotel diffuso Borgo Terra www.borgoterra.it, il relais Masseria Capasa (www.relaismasseriacapasa.it), le case vacanza ricavate da due abitazioni del ‘500 Margoleo (Agrodolce Margoleo), l’Antica dimora del Salento (www.anticadimoradelsalento.it), il palazzo nobiliare BB Leccelso (www.bedandbreakfast.leccelso.com), e i moderni Bb Martius, www.martius.it, Al Parco www.bebalparco.it, BB Ore Liete, www.bboreliete.com, il Bb e ristorante La Lanterna, www.lalanternamartano.com. Tappe golose poi nei ristoranti Armonia del Sapore (www.robertocornacchia.it), Gusto a Castrignano dei Greci, il ristorante hotel Belvedere a Torre dell’Orso (www.hotelbelvederesalento.com), la Masseria agriturismo Malopra a Martano (www.malopra.com), il ristorante Barriques (www.ristorantebarriques.it) e il pub pizzeria La Vera Tipica.

MARTANO E LA SAGRA TE LA VOLIA CAZZATA: Il tour è iniziato a Martano e l’occasione è stata offerta dalla Sagra te la Volia Cazzata: quattro giorni di festa, organizzati dall’Associazione Moschettini per il 25mo anno consecutivo per ricordare una tradizione unica della Grecìa Salentina: raccogliere le olive ancora verdi, schiacciarle con una pietra o un martello e conservarle in acqua e sale fino a che non diventano dolci. Alla Sagra se ne consumano a quintali. Ma la preparazione è anche il pretesto per mantenere saldi i legami d’amicizia tra la gente del posto. “Venti giorni prima della Sagra”, racconta Cesario Chironi socio anziano, “ci riuniamo in casa tutti i pomeriggi fino a sera per lavorare. Tutti i nostri incontri finiscono allegramente con una bella cena”. L’allegria e la voglia di stare insieme ha contagiato anche gli amici della pro Loco di Villimpenta, in provincia di Mantova che, all’insegna di un gemellaggio enogastronomico, sono presenti alla Sagra con il loro risotto tipico condito con dadini di prosciutto e carne di maiale, formaggio grana e altre prelibatezze. La Volia Cazzata è poi solo la ciliegina sulla torta per offrire al pubblico le ghiottonerie della cucina salentina: i morsi (verdure, legumi e pane fritto), gli arrosti di carne e le pittule. La Sagra si ripete il terzo week end di ottobre e quest’anno ha registrato una grandissima affluenza di pubblico e appassionati.

La raccolta delle olive verdi segna l’inizio della campagna olearia. Martano vanta distese di uliveti e un’azienda di eccellenza è Alea di Alessandro Coricciati. Che produce l’olio Alea nei suoi tre gusti: deciso, perfetto e delicato confezionati nelle tre originali bottiglie ad incastro. L’azienda è presente anche nel segmento lusso: produce un olio con scaglie di oro alimentare 23 carati, un vera novità. E da oggi è uscita con una linea di cosmesi ricavata dall’olio come abbronzanti e creme. “Abbiamo 250 ettari di uliveti”, spiega il titolare, Alessandro Coricciati. “Curiamo moltissimo le nostre piante e grazie al sistema di spremitura a freddo produciamo olio extravergine di oliva, che mantiene intatti tutti i suoi profumi e le sue qualità organolettiche”.

MARTANO E il CENTRO STORICO. Ma se le campagne si caratterizzano per gli uliveti, il centro storico di Martano si caratterizza per i suoi ricami di pietra: balconi, fregi nobiliari, antiche abitazioni a corte… sono una scoperta da non perdere. Il consiglio è di iniziare la passeggiata a Borgo Terra, dove si concentrava, appunto il borgo medioevale racchiuso da alte mura, oggi scomparse. Vi abitavano le suore in un magnifico convento di pietra leccese accanto alla chiesa madre, che era un tempo la chiesa greco ortodossa dove i papas celebravano i riti, soppiantati poi dal culto latino. Si può chiedere di essere guidati alla scoperta delle sue più recondite meraviglie dal professore Paolo Protopapa, presidente dell’Associazione culturale di sperimentazione teatrale Itaca min fars hus (www.minfarshus.altervista.org), che vi guiderà fino alla chiesa dell’Immacolata con i suoi altari barocchi decorati in oro.

Spiega il sindaco Massimo Coricciati: “Nel Salento non c’è solo il mare. Qui a Martano, proponiamo un tipo di vacanza alternativa alla scoperta del nostro centro storico di ineguagliabile bellezza, che attrae di anno in anno sempre più turisti. Offriamo una vacanza lenta, impreziosita dalla bellezza dei nostri monumenti ricamati nella pietra leccese”.

Dai ricami di pietra ai ricami di stoffa, Martano è famosa anche per l’arte sartoriale e i ricami. Cinquanta donne si sono associate nell’Associazione Il Ricamo dalla A alla Z (www.ilricamo.org) con sede nel palazzo ducale, per stare insieme, trascorrere piacevolmente il tempo, ricamando lini e tessuti che diventano pregiati sotto le loro mani: il tombolo, il filet, il ricamo, il pizzo cantù… Tengono regolarmente dei corsi, tanto che sono riuscite a coinvolgere anche i bambini.

Ma Martano è famosa al mondo per l’amaro dei Monaci Cistercensi (www.cistercensimartano.com), che vivono nel convento poco lontano dal paese. Sono un punto di riferimento spirituale per tutta la provincia e producono, come tradizione comanda con 20 erbe l’Amaro San Bernardo da un’antica ricetta del ‘700 che viene dall’Abbazia di Casamari e Gocce imperiali (90° vol.), che venne ideata nel 1766 da fra Eutimio nell’Abbazia di Casamari. In convento si può ammirare una ricchissima biblioteca e una pinacoteca, frutto di una donazione ad opera del giudice Michele Paone, cultore di arte e tradizioni salentine, oggi scomparso.

Non deve stupire se la loro arte di coltivare ed estrarre il meglio dalle erbe officinali ha affascinato un giovane imprenditore, Domenico Scordari, che in appena 25 anni di attività, ha realizzato una grande azienda di dermo cosmesi biologica Naturalis, all’avanguardia nella ricerca e nell’estrazione di prodotti cosmetici dall’aloe. Oggi Naturalis, marchio di Natura&Benessere, è anche un bio resort di grande fascino, circondato dalle piantagioni di aloe, da un vigneto e da un uliveto e impreziosito da una piscina depurata biologicamente e da una Spa.

SUI PASSI DEL GRIKO. Ma in questo territorio non si può resistere al fascino della lingua grika, un dialetto molto simile al greco che arrivò nel Salento sin dall’antichità classica e poi venne rinverdito con l’approdo dei Monaci Bizantini intorno all’anno Mille. A Sternatia gli abitanti parlano ancora tra di loro il griko, tanto che il professore Giovanni Manera accoglie i turisti con un saluto, recitato interamente in griko. Giorgio Filieri, un giovane professore di Lettere Moderne, specializzatosi anche in greco moderno, lo parlava con i suoi genitori e lo parla tranquillamente in piazza con i suoi amici. Si avverte tutto il fascino di questa antica usanza passeggiando per il centro storico del paese, dominato dalla chiesa madre dal bellissimo campanile e impreziosito dal frantoio ipogeo con le sue imponenti macine di pietra. A Palazzo Filieri l’associazione Korema custodisce le memorie della civiltà contadina che rappresenta l’anima del luogo.

CASTRIGNANO DEI GRECI. Ma la lingua grika è ancora studiata e parlata a Castrignano dei Grecì grazie a un progetto avviato con due leggi statale e regionale di tutela delle minoranze linguistiche, i bambini della scuola media ed elementare studiano il griko, imparano a cantarne le melodie con l’aiuto del professore di musica e apprendono anche il greco moderno con un professore inviato dal Ministero dei Beni culturali di Atene. Ne parlano la vicepreside reggente, Maria Arcona Macurano, il professore di griko, Giovanni Campa, il professore di musica, Salvatore Colazzo e il professore di neo greco Pericle Otsos.

SOLETO E LA CHIESA DI SANTO STEFANO. Restando nella Grecìa Salentina un centro storico da non perdere è Soleto. Entrando da Porta San Vito, nel cuore del borgo, i viene rapiti dalla bellezza dei balconi decorati, i portali dei palazzi e le viuzze lastricate di chianche, la pietra dura di Soleto. Il gioiello incastonato tra queste vie è la Chiesta di Santo Stefano, voluta da Raimondo del Balzo Orsini sul finire del ‘400. Una guida eccezionale è il professore Luigi Manni che ha scritto numerosi libri sulla storia di Soleto. Vi affascinerà illustrandovi i particolari degli affreschi, raccontandovi vizi e virtù dei suoi autori come il famoso affresco in cui il diavolo, che tentò Cristo, viene raffigurato vestito da frate francescano e con i piedi da drago (rivelatori della sua vera natura). In uno viene rivalutata la figura di Giuda, considerato dagli artisti solo uno strumento del disegno divino…

Ma il centro storico porta verso la chiesa madre dominata dal bellissimo campanile, un ricamo di pietra. La guglia dei Del Balzo Orsini, considerata una manifestazione di gloria e potere, è circondata da una leggenda: si racconta che per averla così bella, il principe fece un patto con i diavoli che la costruirono in una notte sola. Una leggenda che avvolge ancora oggi di un’aura misteriosa Soleto, nota anche perché diede i natali al grande alchimista Tafuri.

Da non perdere una tappa golosa da Zonzi, una delle prime trattorie tipiche del Salento, famosa per le sue crocchette di patate dalla forma allungata e un aperitivo nel bar Orsini poco fuori il centro storico.

“Il nostro obiettivo”, spiega il sindaco, Graziano Vantaggiato, “è di valorizzare la bellezza del nostro centro storico e favorire lo sviluppo del turismo”:

CARPIGNANO SALENTINO. Poco distante da Soleto, c’è quella che viene definita la cappella Sistina dell’arte bizantina. Oggi anno arrivano studiosi da tutto il mondo per ammirarne gli affreschi e soprattutto le iscrizioni. “Non è la cripta più antica”, spiega il professore Emanuele Pasca, che con l’associazione Carpiniana garantisce le visite guidate. “Ma è di sicuro l’unica al mondo dove ci sono le iscrizioni con le date più antiche: si parte dal IX secolo”.

In una tomba ad Arcosolio appare una lunghissima iscrizione, che racconta la straziante storia d’amore tra il piccolo Stratigulis, morto precocemente, e il padre Magirano, spatario dell’esercito bizantino, che, alla morte del figlio, fece costruire la sua tomba, promettendogli che presto lo avrebbe raggiunto. Stratigulis viene definito come un fanciullo sensibile: amato dagli amici e dai familiari, ma anche buono con gli schiavi. E’ la più lunga iscrizione bizantina in possesso degli studiosi, in tutto il mondo e dobbiamo al professore Rholfs la sua interpretazione.

CORIGLIANO D’OTRANTO E IL PARCO DI SOFIA. A pochi chilometri da Carpignano Salentino ecco Corigliano d’Otranto con i suoi tre gioielli come dice il professore D’Urso, guida eccezionale. “Essi sono: la chiesa madre, l’arco Lucchetti e il castello”. Lungo le vie del centro storico si leggono, sui portali delle case, iscrizioni latine: pillole di saggezza che ammoniscono il passante per la serie: l’invidia danneggia prima di tutto chi la prova oppure Questa casa sarebbe dovuta essere più bella se non fosse sopraggiunta la morte… Da questa antica tradizione, che rende Soleto unica, ha preso spunto il sindaco Ada Fiore, docente di filosofia, che con alcuni volontari ha realizzato il parco di Sofia, un percorso divertente che inizia dalla Villa Comunale, appunto nel Parco di Sofia, dove si trovano alcune anfore (le capase salentine) perfettamente allineate in verticale dove sono state scritte frasi di celebri filosofi che inducono alla riflessione sui grandi temi filosofici: la tolleranza, l’amore, la morte… Si va da Kant a Shopenanhauer, da Socrate a Giulio Cesare Vanini, che nacque nel Salento, a Taurisano nel 1585 e finì arso vivo dalla Santa Inquisizione a Tolosa nel 1619. Intorno a questi vasi, curati nel contenuti dai ragazzi del Liceo Capece di Maglie e nella dotazione tecnica dagli alunni dell’Istituto tecnico di Maglie, si sono già organizzati diversi eventi estivi, dando convegno ad esempio a tutti gli appassionati di filosofia, che dopo aver preso spunto da un tema a loro scelta, passeggiavano e discutevano in gruppi nel centro storico e poi convergevano in piazza (nell’agorà) per trarre le conclusioni. Oggi si può prenotare una visita guidata del centro storico con filosofo ( This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. ).

Il castello, dalla bellissima facciata, è stato affidato ad una cooperativa sociale perché ne gestiscano un bar. E’ uno spazio vivo, ancora un cantiere aperto dove sorgerà il centro di informazioni turistiche, in fase di realizzazione a con fondi del Gruppo di Azione locale Isola Salento.

A MELPIGNANO, dove ogni anno si celebra La Notte della Taranta, è stato inaugurato il primo della zona. Hanno collaborato il Gruppo di Azione locale Isola Salento, che ha messo a disposizione i fondi per la ristrutturazione di un antico tabacchificio e Pugliapromozione che ne ha curato gli arredi e aiuterà il Comune a tenere aperta la sede nei week end, le sere d’estate e nei giorni di festa, quando si registra la maggiore affluenza di turisti.

Melpignano è famosa al mondo per la Notte della Taranta, che cade il quarto sabato di agosto. Vi assistono 150mila persone!

A tagliare il nastro del primo centro Iat della Grecìa Salentina, sabato sera 18 ottobre c’erano il sindaco di Melpignano Ivan Stomeo, anche presidente nazionale di Borghi Autentici, Stefania Mandurino di Pugliapromozione, Cosimo Marrocco, presidente del Gal Isola Salento e Sergio Blasi, il consigliere regionale allora sindaco di Melpignano, che ama definirsi il papà… anzi la mamma della Notte della Taranta, definita da uno studio dell’Università Bocconi il più grande attrattore turistico tra tutti quelli organizzati in Italia, un evento che ha disegnato un nuovo futuro per il Salento.